Due nuove occasioni, sabato 25 e domenica 26 novembre al cinema Giardino di San Giorgio delle Pertiche e al cinema Aurora di Campodarsego, per assistere al monologo umoristico di Margherita Antonelli Secondo Orfea, quando l’amore fa miracoli di Margherita Antonelli e Marco Amato, regia di Marco Amato, luci di Marco Elli e musiche di Stefano Serafini. Un monologo che fa divertire e riflettere e che racconta l’infanzia di Gesù attraverso la voce di Orfea, ipotetica vicina di casa della famiglia di Gesù. Uno spettacolo adatto a tutti per prepararsi al Natale con uno sguardo inedito.
Secondo Orfea, quando l’amore fa miracoli viene proposto:
sabato 25 novembre alle ore 21 al cinema Giardino di San Giorgio delle Pertiche (prenotazione consigliata 333 9402292 – 340 7959594);
domenica 26 novembre alle ore 15.00 al cinema Aurora di Campodarsego.
Trama:
Questa è la storia di Orfea. Orfea è una donna, che vive a Gerusalemme nell’anno 0. Un tempo difficile per una donna sola, vedova di un centurione romano al seguito di Ponzio Pilato. Le giornate di Orfea si dividono tra il tempio, la fontana e quattro, lenzuola da stendere, chiacchiere con le altre donne. Una vita consumata nella tranquillità all’ombra della sua casa, ma un giorno vengono ad abitare vicino a casa sua, un coppia di giovani sposi. Lei è incinta. Si chiamano Giuseppe e Maria. Da quel momento la vita di Orfea non sarà più la stessa: I giovani sposi la coinvolgono in questo loro vortice, che sarà la vita del loro bimbo, del quale Orfea si prende cura quando la madre è affaccendata nel quotidiano.
Si instaura fra Orfea e il bambino un rapporto di profondo amore, dove la vita di Gesù è guardata con amorevolezza e buon senso , da una donna semplice e forte come Orfea.
La donna assiste alla crescita di questo Di-Bambino, con la curiosità, la dolcezza, la fermezza di molte madri che vorrebbero il meglio per il loro figlio. Con cipiglio sempre esuberante lei difenderà, sosterrà, criticherà e si addolorerà al seguito di questo ragazzo, il suo Gesù, come una madre attenta e amorevole. Lo ascolterà sulla montagna, lo difenderà da chi lo vuole denunciare, lo accudirà alla morte, e si rallegrerà di questo Dio che mantiene le Promesse sino alla Resurrezione.
In scena oggetti semplici, per un Dio che ha usato pochi grani di senape, una pecorella, delle lanterne e poco altro, per spiegare la grandezza del Padre.
Una visione dei fatti del Vangelo teneramente riletti da una donna semplice, concreta, come dovrebbe essere la fede, quella fede in un Dio fattosi bimbo, ragazzo, adolescente e adulto. Una fede, quella di Orfea, fatta di cibo preparato con cura, di acqua presa alla fontana, di rimproveri benevoli, di cammini lunghi per ascoltarlo, di discussioni con gli scribi, di domande profonde, per difendere questo ragazzo strano.